Luciano Feraco,nel suo laboratorio . La chitarra di E. Ramazzotti
LE CHITARRE DI LUCIANO FERACO
Una vecchia preghiera andalusa dice :"Signore,dammi il sole d'inverno,l'ombra d'estate e una chitarra per la siesta ".
Sarà stata la parola "siesta" ,in italiano riposo, a far scattare in Luciano Feraco la molla per la passione della chitarra .
Luciano, laghitano di nascita ( lui precisa , con orgoglio ," dè trempre dù Munticiallu) lascia giovanissimo la sua terra e la sua famiglia per cercare lavoro, prima ad Avellino (ove abitavano suoi parenti ) e dopo a Saronno e a Milano .
Sono i primi anni sessanta e vivere nel "nebbiun" del nord è dura ; nella grande metropoli, Luciano, per liberarsi da quella ignoranza che circonda la sua persona ,studia di sera ,dopo una giornata di duro lavoro.Riesce a diplomarsi ed il titolo di studio conseguito gli permette di entrare,come impiegato, nelle Ferrovie Nord di Milano .La ferrea volontà "vachitana" lo aiuta a far carriera:
prima capostazione, dopo capo gestore ,ed infine, funzionario .Sicuramente una brillante carriera e nel 2005 la meritata pensione, ovvero ,quella "siesta permanente"che gli permetterà di dedicarsi a tempo pieno al suo hobby preferito : la costruzione di chitarre classiche .
"Una vecchia passione che coltivavo sin da bambino e forse, ....anche ,affascinato dal suono e dal canto della strina di mio nonno "Pietru e Scella".
L'arte nobile per la liuteria lo ha portato a costruirsi anche molti attrezzi per il nuovo lavoro e a studiare , fisica, meccanica e matematica,materie essenziali per dare allo strumento "Solennità ai suoni bassi e ricchezza d'armonia ai toni alti ".
Nel suo ordinatissimo laboratorio di Caronno Pertusella, in provincia di Varese, si ha l'imbarazzo della scelta : chitarre, mandolini, violini; tutti strumenti in legno pregiato ,costruiti a mano e con i massimi accorgimenti nei particolari :tavole armoniche tagliate a spacco ed icollate con colla di animale;strumento assemblato in umidità controllata e lucidatura con resine naturali ad alcool ,etc. "La maggior parte di questi miei "gioielli -(così li chiama il buon Luciano),sono già venduti ".
Noi aggiungiamo,per dovere di cronaca, che della qualità dei suoi strumenti se ne sono accorti Eros Ramazzotti e il conservatorio "G.Verdi " di Milano . Auguri !! grande Luciano !! Auguri,Grande Laghitano .
Una vecchia preghiera andalusa dice :"Signore,dammi il sole d'inverno,l'ombra d'estate e una chitarra per la siesta ".
Sarà stata la parola "siesta" ,in italiano riposo, a far scattare in Luciano Feraco la molla per la passione della chitarra .
Luciano, laghitano di nascita ( lui precisa , con orgoglio ," dè trempre dù Munticiallu) lascia giovanissimo la sua terra e la sua famiglia per cercare lavoro, prima ad Avellino (ove abitavano suoi parenti ) e dopo a Saronno e a Milano .
Sono i primi anni sessanta e vivere nel "nebbiun" del nord è dura ; nella grande metropoli, Luciano, per liberarsi da quella ignoranza che circonda la sua persona ,studia di sera ,dopo una giornata di duro lavoro.Riesce a diplomarsi ed il titolo di studio conseguito gli permette di entrare,come impiegato, nelle Ferrovie Nord di Milano .La ferrea volontà "vachitana" lo aiuta a far carriera:
prima capostazione, dopo capo gestore ,ed infine, funzionario .Sicuramente una brillante carriera e nel 2005 la meritata pensione, ovvero ,quella "siesta permanente"che gli permetterà di dedicarsi a tempo pieno al suo hobby preferito : la costruzione di chitarre classiche .
"Una vecchia passione che coltivavo sin da bambino e forse, ....anche ,affascinato dal suono e dal canto della strina di mio nonno "Pietru e Scella".
L'arte nobile per la liuteria lo ha portato a costruirsi anche molti attrezzi per il nuovo lavoro e a studiare , fisica, meccanica e matematica,materie essenziali per dare allo strumento "Solennità ai suoni bassi e ricchezza d'armonia ai toni alti ".
Nel suo ordinatissimo laboratorio di Caronno Pertusella, in provincia di Varese, si ha l'imbarazzo della scelta : chitarre, mandolini, violini; tutti strumenti in legno pregiato ,costruiti a mano e con i massimi accorgimenti nei particolari :tavole armoniche tagliate a spacco ed icollate con colla di animale;strumento assemblato in umidità controllata e lucidatura con resine naturali ad alcool ,etc. "La maggior parte di questi miei "gioielli -(così li chiama il buon Luciano),sono già venduti ".
Noi aggiungiamo,per dovere di cronaca, che della qualità dei suoi strumenti se ne sono accorti Eros Ramazzotti e il conservatorio "G.Verdi " di Milano . Auguri !! grande Luciano !! Auguri,Grande Laghitano .